Oltre centomila euro pagati come risarcimento di danno alle persone ed ai veicoli. È quanto approvato nell’ultimo consiglio comunale di un paesino nella Regione Campania perché il Comune è stato condannato a pagare chi aveva intentato la causa nei loro confronti.
Il 99% delle sentenze sfavorevoli al palazzo municipale riguardano nemmeno a dirlo le buche nell’asfalto, le voragini sui marciapiedi o ancora le sconnessioni del manto stradale. Per lo più si è trattato di deliberare il pagamento ha chi ha riportato danni alle automobili, ma tantissimi sono anche i casi in cui a restare ferite sono state le persone che stavano semplicemente passeggiando tra le strade cittadine.
La circolare inviata dal Ministero dell’Interno a Prefetture, Questure, Carabinieri, Polizia e Finanza, dopo l’approvazione della nuova legge, chiarisce che “il reato ricorre anche se il responsabile non è un conducente di veicolo” (violazione art. 589 bis comma 1, omicidio, art. 590 bis comma 1, lesioni) ma chi avrebbe dovuto garantire la “tutela della sicurezza”: dai proprietari e gestori delle strade ai produttori di auto.
Vale la pena riportare i punti salienti della circolare inviata dal ministero dell’Interno a Prefetture, Questure, Carabinieri, Polizia e Finanza.
Il riferimento della circolare ministeriale è all’articolo 14 del Codice della strada, quello che individua “poteri e compiti degli enti proprietari delle strade”. Articolo che dice: “Gli enti proprietari, allo scopo di garantire la sicurezza e la fluidità della circolazione, provvedono: a) alla manutenzione, gestione e pulizia delle strade, delle loro pertinenze e arredo, nonché delle attrezzature, impianti e servizi b) al controllo tecnico della efficienza delle strade e relative pertinenze c) alla apposizione e manutenzione della segnaletica prescritta”.
Gli enti proprietari delle strade sono lo Stato, le Regioni, i Comuni e in via derivata anche le società pubbliche e private che dallo Stato hanno avuto in concessione le autostrade, assumendo per contratto su di sé gli oneri di manutenzione e l’obbligo di tenere i percorsi efficienti e sicuri. Le novità introdotte dalla nuova legge sull’omicidio stradale combinate con ciò che prevede il Codice della strada significano una cosa precisa: per non incorrere in guai giudiziari molto seri che prevedono perfino l’arresto, tutti i soggetti investiti dall’obbligo di curare al meglio le strade (oltre che i costruttori di auto) dovranno intensificare i loro interventi per evitare di incappare nell’accusa di omicidio colposo in caso di incidenti gravi avvenuti per i difetti evidenti delle strade o resi più gravi dalle carenze delle strade stesse.
Fonte: Automobile Club d’Italia